Secondo appuntamento in terra veneta per i neonati mondiali di gravel, svoltisi nelle colline dell'alta marca trevigiana dopo vicissitudini dell'ultimo momento che hanno portato addirittura ad un cambio di organizzazione e lo spostamento della gara dalla zona di Asiago ad, appunto, la provincia di Treviso, provocando strascichi di polemiche e accuse varie, il tutto a poco più di un mese dall'evento. Al di là di ciò il tutto, nonostante il veramente minimo tempo a disposizione, è stato organizzando in modo impeccabile per quanto riguarda il tracciamento e la gestione del percorso mentre per quanto riguarda la parte social e, soprattutto, la diffusione via broadcast ci sono state moltissime criticità (addirittura la gara donne del sabato non è stata seguita in alcun modo, mentre per gli uomini ci si è limitati, per quanto riguarda l'Italia, ad una diretta di un'ora su RaiPlay, mentre non era nemmeno disponibile un live timing sul sito per seguire lo svilupparsi della corsa). Alla fine della fiera, oltre ovviamente all'entusiasmo dei paesetti toccati da un evento in ogni caso di portata mondiale (Pieve di Soligo già dal giovedì era piena di persone provenienti da un po' tutta Europa ed anche oltre) restano i moltissimi dubbi e perplessità sull'opportunità di rendere agonistica pure una disciplina come il Gravel, nata espressamente con intenti cicloturistici ma si sa, quando l'UCI sente odore di soldi deve per forza metterci le mani. E allora avanti, con l'ennesima disciplina snaturata per vil denaro...
Partenza dal lago le Bandie di Spresiano (già sede una decina di anni fa di un mondiale ciclocross). L'affluenza di gente è stata importante già parecchie ore prima dello start.
Tra i partecipanti diversi pro (ed ex pro) su strada.
Nel gravel ho notato che stanno diventando di moda i baffoni.
Il campione uscente in tutta la gara non ha mai dato idea di poter replicare anche quest'anno.
Tutti gli occhi erano (ovviamente) sul campione belga Wout Van Aert.
Dopo una lunga sequenza di piatti sterratoni lungo il Piave il percorso comincia a diventare ben più ondulato sviluppandosi tra le colline del Prosecco.
Al passaggio sui laghi di Revine il gruppetto di testa vede lo sloveno Mohoric tirare il trenino di corridori belgi.
Alessandro De Marchi si è dimostrato il migliore degli italiani sul traguardo.
Lo spagnolo Cortina era nel gruppetto di testa quando l'urto con un tombino gli ha distrutto il cambio costringendolo al ritiro.
Due forature ed una caduta hanno buttato fuori dai giochi Van Aert anzitempo.
La gente del posto ha risposto alla grande in quanto a partecipazione.
A Pieve di Soligo a spuntarla, con arrivo in solitaria, è stato lo sloveno Mohoric.
Giornata difficile in ufficio per Wout Van Aert
Connor Swift terzo.
Un po' di facce distrutte all'arrivo.
Ciao Veneto, il gravel il prossimo anno si sposta nelle Fiandre.