Penso che chiunque appena fosse stato possibile abbia sfogato la sua voglia di due ruote accumulatasi in questi due mesi ed oltre di stop forzato!
Oltre a tutto ciò, io non vedevo pure l'ora di tornare a fare qualche nuovo scatto fresco fresco, senza dover riciclare per l'instagram quelli fatti in tempi più gloriosi! Avevo lasciato questa sezione del sito con uno shooting fatto nelle prealpi bellunesi col buon Marco De Col, ora riprendo con uno shooting di...bici su strada!
Per me è una vera e propria novità, ma visto l'andazzo clemente del meteo ho voluto approfittarne per fotografare in una delle cornici più suggestive dell'alta marca trevigiana, ovvero la Val Lapisina. Tanto bella quanto sfregiata dal viadotto autostradale che ormai è elemento caratterizzante del paesaggio da più di 20 anni, audace opera umana che ha segnato il declino di questi luoghi, congelandoli in un'atmosfera di tempi che furono.
New entry come modello, questa volta si è prestato il buon Mauro Da Rodda, corridore per un team della città.
Depilatevi le gambe e infilate la tutina, che si va a fare un giro!
La Val Lapisina è una lingua di terra che unisce l'alta provincia di Treviso all'Alpago (Belluno). In pratica si trova in mezzo alle catene del Pizzoc e del Visentin, ed è caratterizzata da un paesaggio ricco di verde, arricchito da corsi d'acqua e da ben tre laghi.
L'antica torre romana che svetta sul lago Restello.
L'autostrada è ben visibile da quasi ogni punto della valle, dato che la sovrasta per la sua intera lunghezza, creando un impatto visivo notevole.
La strada si snoda per circa una ventina di km prima di arrivare alla sella Fadalto (confine di provincia) con un dislivello di circa 200 metri. Le pendenze in salita sono sempre molto dolci. Sia in mtb (via sentieri) che in bici da strada, è sempre un itinerario molto piacevole a patto di evitare i fine settimana. Qui la strada diventa purtroppo regno dei motociclisti, che pensano di essere in un gran premio e spesso se ne infischiano del buon senso e del codice della strada.
Qui la strada corre lungo il Lago Morto.
Wild Fadalto.
La fatiscente stazione dei treni di Nove.
Quel piccolo borgo in alto a sinistra si chiama Caloniche. Fino a pochi anni fa abitava stabilmente solamente una coppia molto anziana. Le rimanenti abitazioni sono seconde case, case in vendita o semplicemente in rovina. Accedervi non è per niente difficoltoso dato che ora c'è una strada asfaltata, tuttavia se lo spopolamento non ha risparmiato tutte le frazioni della Val Lapisina, figuriamoci questo piccolo borghetto solitario.
Volendo, una deviazione dalla strada principale ci fa correre più vicino al Lago Morto e ai Laghi Blu, per poi ricongiungersi alla statale tramite una salita leggermente più impegnativa (media del 6-7 % circa).
Natura viva - natura morta.
La conseguenza della costruzione del viadotto sull'economia della valle è stata devastante. Tutta la gente proveniente dalla pianura e diretta verso le Dolomiti non avrebbe più attraversato la statale ma avrebbe percorso il nuovo tratto, molto più comodo e veloce. Il risultato è tutt'oggi ben visibile: alberghi in rovina, attività chiuse, case in vendita.
Probabilmente il declino della Val Lapisina sarebbe stato comunque inevitabile nel tempo, ma l'autostrada ha definitivamente accelerato il processo.
Gli ultimi tornanti portano con una pendenza leggermente più accentuata alla Sella Fadalto (480m s.l.m.)
Dal G.P.M. si ha una spettacolare vista sul Lago di Santa Croce e l'Alpago. Da qui in bici da strada si ha solo l'imbarazzo della scelta, tra fare il giro del lago, salire in Cansiglio via Tambre, fare il giro del Nevegàl e ridiscendere poi per San Boldo, continuare fino alle Dolomiti....
Noi ritorniamo giù per la strada dell'andata, dato che la condizione è scarsa, sono con la Cube da enduro e il mio obbiettivo di fotografare la Val Lapisina l'ho raggiunto :)
Dalle Caloniche si percepisce bene l'imponenza dei piloni del viadotto.
Se vogliamo trovare una conseguenza positiva nello spopolamento di queste frazioni, possiamo notare come tutto sia rimasto congelato indietro nel tempo, dando un'atmosfera da "antico" che rende ancora più speciale addentrarsi in questi luoghi.
Quando a fine giro vorresti bere una birretta..ma i bar sono ancora chiusi per Coronavirus. E parte la risata isterica.