Sono quasi le 16 ed un tremendo sole pomeridiano arde vivo il parcheggio fuori dalle mura di Feltre. Il lavoro per oggi è finito, le cinque ore nel mio spot sotto il Passo Staulanza per la Sportful Dolomiti Race 2025 sono volate via tra svariate imprecazioni per il caldo impietoso ed altrettante per un'inquadratura che non ne voleva proprio sapere di palesarsi, oggi.
Il via libera significa che finalmente posso godermi il mio momento preferito di eventi del genere: il post-gara.
L'inevitabile immobilismo fotografico che richiede il lavoro alle dipendenze di Sportograf porta con sé una sorta di urgenza di emozioni sensoriali che solo i momenti dopo l'agognata linea d'arrivo regalano.
Il fine gara è una sorta di girone dantesco dove i poveri dannati si contorcono afflitti dai loro mali. Schiere di amatori vittime di crampi, arti martoriati da lacerazioni dovute a contatti troppo ravvicinati con il terreno e poveri corpi consumati dalla disidratazione. Tra questo piccolo esercito di supplizianti c'è pure qualcuno che ha ancora la forza di sorridere. Non sono neppure pochi, questi sadici masochisti...
Questi momenti sono sicuramente i più interessanti da fotografare. Espressioni che raccontano la corsa più di un qualsiasi video di highlights pubblicato sui social. Sguardi che si incrociano, volti che si riconoscono dopo essersi già visti lungo il percorso, voci e lingue da ogni parte del mondo. Odori di sudore e fatica che si mischiano a quelli della birra appena spillata.
Ecco che quindi incontro il gruppo dall'Ungheria, e mi sorprendo nel parlare entusiasticamente con uno di loro del famosissimo carnevale di Mohács e di esserci stato due volte salvo scoprire che il mio interlocutore magiaro da Budapest non ci sia mai stato!
Il gruppo belga, aizzato per una foto al grido di "You are Belgian, show me the beers!", la coppia di inglesi immortalata al volo per il più classico e passionale dei baci, l'amatore distrutto ma infinitamente soddisfatto di aver completato il percorso, seppur fuori tempo massimo, chiedendomi se qualcun altro dovesse ancora tagliare il traguardo, così come la signora Rosa, dedita alla nobile causa dei volontari per tutte e trenta (!!) le edizioni della Sportful che mi chiede una foto in mezzo a delle bellissime siepi di rose poiché, per l'appunto, il suo nome è quello del fiore.
Decine e decine di storie che aspettano di essere sfogliate e, soprattutto, fotografate.























